Ricordiamo tutti il drammatico naufragio avvenuto all’isola del Giglio nel gennaio 2012, in cui hanno perso la vita 32 passeggeri ed un sommozzatore. In quell’occasione vennero fuori le due facce dell’Italia, rappresentata da due uomini: il comandante Francesco Schettino, che abbandonò la nave mentre questa affondava (diventata anche metafora della politica italiana) e il comandante Gregorio De Falco, che richiamò Schettino al proprio dovere, ordinandogli di salire a bordo della Concordia. Oggi la notizia del trasferimento di De Falco dal comando operativo della Capitaneria agli uffici. Mi sento di riprendere l’intervento dell’On. Fabio Rampelli, che ben sintetizza il parere in merito a questa strana decisione che, per quanto possa essere forse distaccata dall’episodio del naufragio, mortifica la dignità della persona e sminuisce uno dei simboli positivi dell’Italia degli ultimi anni, che ha meritato, per questo, anche il premio Atreju 2012: “Il trasferimento del comandante De Falco è inaccettabile e ingiustificato. Per l’Italia intera De Falco ha rappresentato un esempio morale che ha riscattato agli occhi del mondo la nostra nazione di fronte alla tragedia della Concordia e agli orrori commessi. Chissà che non vada Schettino al suo posto? Per queste ragioni, chiederemo in un’interrogazione parlamentare al ministro Lupi le ragioni di questa decisione. Nel frattempo giunga al comandante De Falco la nostra solidarietà per l’ingiustizia subita”.
concordia