Questa mattina ho partecipato al convegno “Dipendenze comportamentali nella Generazione Z – Survey nella popolazione scolastica per lo sviluppo di politiche di prevenzione” relativo alle nuove dipendenze comportamentali e sulla food addiction tra i giovanissimi.

Bene iniziative come quella presentata oggi che coniuga lavoro inter-istituzionale a tutela della fascia dei minori, gli adulti di domani, e che troppo hanno pagato negli ultimi anni di pandemia.

I risultati della survey mettono in luce che è urgente portare l’educazione sanitaria nelle scuole in modo strutturale, con programmi integrati di formazione su salute fisica ma anche e soprattutto mentale.

Ora serve ancoraggio forte e potente a quello che i numeri ci raccontano per i decisori politici.

Da parte mia, auspico al ritorno della figura del medico e dello psicologo scolastico che sono le figure professionali che per prime si potrebbero approcciare agli adolescenti.

Il Ministero della Salute ha messo in atto diversi progetti e iniziative in ambito salute mentale per gli studenti, alcuni anche in collaborazione con altre istituzioni come appunto l’ISS, finalizzati alla prevenzione dei comportamenti problematici a rischio nell’uso di Internet, mediante il riconoscimento precoce di segni e sintomi di malessere e il rafforzamento di fattori protettivi, con il ricorso anche alla “peer education” e l’utilizzo della funzione educativa dei media.