Marcello Gemmato, capolista pugliese della lista ‘Fratelli d’Italia- Centrodestra Nazionale’ ha accolto con entusiasmo la richiesta del giornalista Lino Patruno che, dalle pagine de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’ , aveva richiesto ai candidati di ‘dire qualcosa di Sud’.

Di seguito la nota di Gemmato.

“ Rappresento Fratelli d’Italia, un partito che già nel nome porta con se il senso di una Italia unita, dove non esista la dicotomia tra Nord e Sud, dove le categorie produttive lavorino sinergicamente assieme, indipendentemente dalla allocazione geografica della loro impresa, dove si lavori per un unico obiettivo: quello della rifondazione di tutto il Paese. Obiettivo audace, lo ammettiamo, ma non utopistico.

 D’altra parte io sono un meridionale, uno di quelli fortunati, potrei dire, uno di quelli (pochi) a cui è stato permesso di rimanere qui nella mia terra.  Non hanno avuto la stessa fortuna tantissimi amici che, dopo la laurea, sono emigrati, né, men che meno, molti ragazzi di oggi, che ancora seguo nei loro percorsi universitari e post universitari, che spesso devono portare il loro bagaglio culturale e, perché no, anche la nostra economia, altrove.

 E’ ovvio che, senza scadere nei luoghi comuni di un Nord arcigno o di un Sud fannullone, mi rendo conto che c’è qualcosa che non va se una fetta del Paese è destinata a crescere solo nella misura esattamente proporzionale in cui l’altra fetta è destinata a decrescere.

 È, quindi, con estremo interesse che accolgo la ‘proposta-provocazione’ del giornalista Lino Patruno, una istituzione in territorio barese, che sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 25 Gennaio scorso, poneva a noi candidati talune domande sul Sud Italia.

Oggi le condizioni economiche a livello mondiale, italiano in particolare, ci impongono di fare scelte razionali e che puntino alla risoluzione dei problemi. L’economia è al collasso, la fiducia dei cittadini è al collasso, e allora bisogna abbandonare posizioni preconcette e precostituite e , nell’interesse dell’intero paese, promuovere modelli di sviluppo diversi. I dati ci dicono che negli ultimi 20 anni la crescita in ’Italia non è mai andata oltre lo 0,3% e il motivo è che a causa di scelte economiche che si sono succedute nel tempo, l’Italia è cresciuta a due velocità. Ecco, bisogna uniformare queste due velocità e spingere dove ci sono le condizioni per farlo. 

Gemmato

E queste condizioni oggi sono al Sud. La SVIMEZ, (Istituto di analisi dello sviluppo nel Mezzogiorno), ha sottolineato che l’Italia ha una sola possibilità per uscire dal tunnel del rischio recessione, e questa possibilità è data dal capitale umano che, guarda caso, al Sud, è abbondantemente sottoutilizzato. Al sud, si calcola esserci un 20% in più di “risorse umane” disponibili a creare ricchezza. Allora è su questo 20% che bisogna puntare creando opportunità di lavoro, sfruttando l’enorme risorsa delle bellezze naturali incentivando il turismo, creando insomma, un indotto che metta in moto l’intera economia del paese. I contadini conoscono bene la tecnica alla base della produzione e sanno, perché lo hanno imparato dalla storia, che un campo che ha già prodotto in maniera intensiva non potrà continuare a produrre all’infinito, rischia di diventare arido …. nonostante il concime, ma un campo che è stato a lungo lasciato a “maggese” ha enormi potenzialità. Bene, questo campo lasciato a maggese, per l’Italia è il Sud. 

Bisogna anche porre una pregiudiziale, nell’ipotesi di un riordino delle tasse da destinare alle Regioni. La nostra idea è che ogni azienda paghi le tasse nella regione in cui opera e in cui, sicuramente produce inquinamento. Le regioni avrebbero così un gettito fiscale maggiore anche da destinare alla protezione e salvaguardia dell’ambiente. 

 Non sono queste, “visioni” di un meridionale….o meridionalista, ma una oggettiva presa di coscienza della situazione e con una mente sgombra da qualsivoglia pregiudizio dualistico Nord – Sud.

 La Germania è oggi la locomotiva d’Europa tutta insieme, perché dalla sua unificazione, dopo la caduta del muro di Berlino, ha investito nella parte più debole. L’Italia deve ancora farlo, e il sud può rappresentare una buona opportunità.

Un recente studio della Banca d’Italia ha confermato la legge economica della “utilità marginale decrescente”, affermando che 1€ investito al Nord diventa 1€ e dieci per l’intero paese, al contrario, 1€ investito al Sud, diventa 1€ e 40 per l’intero paese. 
Forse il dato della Banca d’Italia è sufficiente per capire e per farci capire la direzione da dare alla nostra azione politica”.

 

Ufficio Stampa Laura Bienna