Questa mattina ho presenziato alla seduta straordinaria della Conferenza Stato Regioni nel corso della quale è stato espresso parere favorevole sullo schema di decreto interministeriale che finalmente rende operativo il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).

Si tratta di un risultato atteso da molto tempo: basti pensare che la legge istitutiva del FSE risale al 2012 e che già dalla metà degli anni ’90 se ne parlava come una innovazione di imminente implementazione.

Personalmente ho seguito la tematica fin dalla passata legislatura, in cui ho assistito al proliferare di numerosi interventi – anche di carattere economico – a sostegno di questo irrinunciabile strumento di sanità digitale.

Eppure arriva solo oggi, con questo Governo, il passo in avanti concreto che consentirà di rendere finalmente operativo il fascicolo in modo omogeneo in tutte le Regioni.

Questo anche in risposta ad un preciso obiettivo della misura 6 del PNRR, in grado di garantire una territorialità sanitaria ai cittadini e di colmare quel gap intollerabile che esiste ancora tra Nord e Sud d’Italia.

Nel decreto vengono definiti i limiti di responsabilità e i compiti dei soggetti che concorrono all’alimentazione del FSE; le garanzie e le misure di sicurezza da adottare nel trattamento dei dati personali, nel rispetto dei diritti dell’assistito; le modalità e i livelli diversificati di accesso.

I cittadini, così come i professionisti sanitari, potranno consultare i dati clinici, utili tra l’altro alle attività di diagnosi e cura, valutazione preventiva dell’appropriatezza prescrittiva e monitoraggio dell’aderenza alle terapie.

Il FSE sarà uno strumento utile per molti altri professionisti sanitari, non solo per i medici: per i farmacisti, nell’ambito della distribuzione dei farmaci e della verifica della terapia erogata; per gli infermieri, per la ricerca e consultazione dei dati clinici degli assistiti di cui seguono la cura; per le Direzioni Sanitarie Regionali, nell’ambito delle attività di prevenzione e programmazione sanitaria; per gli enti di ricerca per supportare le attività di ricerca in campo medico e biomedico.

Si tratta di un traguardo importante, che consente di procedere alla fase attuativa degli investimenti del PNRR per la realizzazione del sistema dell’infrastruttura tecnologica che uniformerà a livello nazionale i contenuti dei documenti digitali sanitari.

Ancora una volta un atto concreto del Governo Meloni che porta avanti con pragmatismo provvedimenti necessari, passando dalle parole ai fatti.

Avanti così.