Ho avuto modo in più occasioni di affrontare il tema dei finanziamenti in sanità e di
smentire quanti accusano il Governo Meloni di non credere nella sanità pubblica e di
imporre tagli al fondo sanitario nazionale.
L’ho spiegato in questo post non appena è stata presentata la manovra 2024 ed è
una sorta di “liturgia” che apre ogni mio intervento pubblico, quella in cui
semplicemente riporto numeri e fatti – “per tabulas” come amo dire – dimostrando
come in un solo anno gli investimenti pubblici in sanità siano cresciuti e non poco.
Oggi che la Legge di Bilancio 2024 è definitivamente approvata, voglio solo
evidenziare che dei 24 miliardi di euro circa su cui essa conta, 3 vengono destinati
alla salute di tutti noi.
Tre miliardi che si sommano ai 2,3 già stanziati con la precedente legge di bilancio, a
firma sempre del Governo di Giorgia Meloni. E che diventeranno 4 miliardi per il
2025 e 4,2 ogni anno a partire dal 2026.
Del rinnovo del contratto dei medici finanziato con questa manovra abbiamo già
detto: 2,4 miliardi di euro che consentono di rivedere al rialzo un accordo collettivo
fermo da anni e che testimoniano l’attenzione al capitale umano, il vero motore e
propulsore della nostra sanità.
A questa misura si aggiunge anche l’aumento della tariffa oraria per medici e
infermieri, rispettivamente fino a 100 e a 60 euro, per le prestazioni aggiuntive che –
sulla scia di quanto già fatto con il Decreto Bollette lo scorso marzo in favore del
personale impegnato nei reparti di emergenza-urgenza – mirano ad affrontare la
carenza di personale medico e del comparto, ridurre l’abuso delle esternalizzazioni e
incentivare i professionisti sanitari a svolgere lavoro in più su base volontaria per
contribuire ad abbattere le liste d’attesa.

Su questo fronte è del resto presente in Legge di Bilancio una voce di 520 milioni di
euro che vengono destinati al rifinanziamento dei piani operativi delle Regioni per
l’abbattimento delle liste d’attesa.
Ma quella che con orgoglio rivendico come una rivoluzione epocale, di cui vengono
gettate le basi nella manovra appena approvata, è la revisione della governance
farmaceutica.
La norma della manovra 2024 che rivede la distribuzione diretta per far uscire i
farmaci dalle farmacie ospedaliere, poco accessibili agli assistiti, e portarli nelle
farmacie del territorio è un provvedimento che riavvicina il cittadino ad un bene
essenziale per le sue cure e che demolisce un assetto distributivo da tempo
superato.
Ha lo scopo di favorire la distribuzione capillare del farmaco a favore della
collettività e di incrementare i livelli di assistenza di prossimità, assicurando su tutto
il territorio nazionale un’assistenza farmaceutica omogenea.
La nuova governance passa anche dalla riforma dell’AIFA, che vedrà nelle prossime
settimane un assetto rinnovato e più snello per essere al passo con i tempi e
continuare ad assicurare l'universalismo del sistema sanitario.
Inversione di tendenza nel trend dei sottofinanziamenti alla sanità applicati
ingiustificatamente fino agli anni pre-pandemia e rinnovamento dei modelli
organizzativi per ottimizzare gli investimenti al meglio.
Questi i principi che ispirano la manovra per il prossimo anno e tutto il lavoro
dell’attuale esecutivo.
Pragmatismo, visione, programmazione.
Semplicemente ciò che merita il nostro Paese.