Una sigla che è entrata nel nostro vocabolario quotidiano e che accompagna le cronache economiche e di programmazione degli ultimi due anni: il PNRR, acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è il leit motiv nelle agende di politici, media, analisti e decisori a tutti i livelli. Un progetto articolato in ambiziose riforme e investimenti, per un importo per l’Italia di 191 miliardi e mezzo di euro.
Si parla molto di PNRR ed è importante favorire la più ampia conoscenza di cosa si promette di realizzare: perché il cambiamento è tale solo se accolto con consapevolezza da chi deve attuarlo e sostenerlo.
Nell’ambito della salute, il PNRR rappresenta un’occasione eccezionale per dare vita ad un rinnovato sistema sanitario, capace di soddisfare in modo più adeguato i bisogni dei cittadini e rispondere con maggiore prontezza e capillarità a eventuali situazioni emergenziali che dovessero riproporsi.
Quella dedicata alla salute è la sesta missione del PNRR, per un valore complessivo – tra fondi europei e nazionali – di quasi 20 miliardi di euro e prevede investimenti e riforme in grado di accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione dei professionisti sanitari, applicare una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.
Gli obiettivi principali che si pone sono duplici:
• potenziare la capacità di prevenzione e cura del sistema sanitario nazionale, garantendo un accesso omogeneo e capillare alle cure;
• promuovere l’utilizzo di tecnologie innovative nei percorsi di presa in carico dei pazienti.

Milestone&Target
Si tratta di un programma basato su risultati intermedi e finali, indicati come milestone e target, che descrivono in maniera granulare l’avanzamento delle riforme e degli investimenti previsti. Milestone e target, da raggiungere progressivamente entro il 2026, costituiscono impegni vincolanti che vengono valutati dalla Commissione Europea per autorizzare i relativi rimborsi, secondo un calendario puntuale per ogni singolo intervento e seguendo una classificazione che ne assegna rilevanza europea o nazionale.
Più nel dettaglio, la milestone rappresenta un traguardo qualitativo da raggiungere tramite una riforma o un investimento, che si concretizza attraverso atti di natura amministrativa e procedurale. Mentre il target rappresenta un obiettivo quantitativo da raggiungere sempre tramite una riforma o investimento e dimostra i risultati attesi dagli interventi attraverso indicatori misurabili.
Le Componenti della Missione
Due sono le componenti della Missione Salute del PNRR:
• la Componente 1 – “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” mira al rafforzamento dei servizi e delle prestazioni erogate sul territorio grazie alla creazione di strutture e presidi di prossimità, come le Case della Comunità, gli Ospedali di Comunità, le Centrali Operative Territoriali; così come al potenziamento dell’assistenza domiciliare, allo sviluppo della telemedicina e a una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.
• la Componente 2 – “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale” punta al rinnovamento e all’ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, completando l’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e migliorando la capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), attraverso sistemi informativi più efficaci; persegue inoltre il potenziamento della ricerca scientifica con maggiori risorse e l’accrescimento delle competenze del capitale umano del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) attraverso la formazione.
La Componente 1 (M6C1), per la quale è previsto uno stanziamento di 7 miliardi di euro, si articola in tre linee di investimento e una riforma. Le prime riguardano rispettivamente la realizzazione di 1.350 Case di Comunità; la presa in carico domiciliare del 10% di pazienti over 65 con conicità e/o non autosufficienti; la creazione di 400 Ospedali di Comunità.
La riforma invece, che costituisce una milestone a valenza europea, definisce il nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria territoriale, declinato appunto nel DM77/2022 che le Regioni e le Province Autonome dovranno recepire entro il 31 dicembre di quest’anno.
La Componente 2 (M6C2), alla quale sono stati destinati 8,63 miliardi di euro, si articola in una riforma e due misure (la prima composta da tre linee di investimento, la seconda da due).
La “Riforma degli IRCCS” ha l’obiettivo di riorganizzare la rete degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) riesaminandone il regime giuridico, al fine di valorizzare le eccellenze del SSN e di rafforzare il rapporto fra ricerca, innovazione e cure.
Lo schema di decreto legislativo della riforma, approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 settembre, a seguito dell’intesa della Conferenza Stato Regioni e il parere favorevole del Parlamento, dovrà essere approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre 2022.
Gli investimenti che danno attuazione alla Componente 2 riguardano:
• l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero con l’acquisto di 3.133 nuove grandi apparecchiature sanitarie e la digitalizzazione di 280 Dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA) di I e II livello
• l’adeguamento degli edifici ospedalieri alle vigenti norme in materia di costruzioni in area sismica;
• il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione;
• la valorizzazione e il potenziamento della ricerca biomedica;
• la formazione del personale sanitario in medicina di base e specialistica e il rafforzamento delle competenze manageriali e digitali, incluso un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere.

Le scadenze del 2022
Entro il prossimo 31 dicembre, oltre all’entrata in vigore del decreto legislativo di riforma degli IRCCS, è attesa come milestone a valenza europea anche l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici, intesa come pubblicazione delle procedure di gara nell’ambito degli Accordi Quadro Consip e la conclusione di contratti di fornitura di servizi per la digitalizzazione dei 280 DEA di I e II livello. Ad oggi, sono stati sottoscritti i contratti riguardanti 6 lotti Consip inerenti i servizi applicativi per telemedicina, cartella clinica elettronica, Centri Unici di Prenotazione, interoperabilità dei dati sanitari, piattaforme applicative, portali, app e servizi di supporto; mentre sono in corso le verifiche per la sottoscrizione dei contratti dei lotti inerenti i Sistemi informativi Sanitari e i Servizi al Cittadino.
Tra le milestone e i target italiani attesi per la fine del 2022 ci sono:
• l’assegnazione dei progetti idonei per l’indizione della gara per l’implementazione delle 600 Centrali Operative Territoriali, per cui le stazioni appaltanti hanno pubblicato le gare di progettazione;
• la pubblicazione delle gare d’appalto per il rinnovo delle 3.133 grandi apparecchiature per le Aziende Sanitarie e Ospedaliere: a tal fine, Consip e le Regioni hanno pubblicato le gare centralizzate a procedura aperta nel corso del 2022;
• la promozione della ricerca su tumori e malattie rare e di progetti ad alto impatto sulla salute, in merito ai quali è in corso la valutazione tecnico scientifica individuale da parte di valutatori internazionali dei 300 progetti in risposta al bando pubblicato dal Ministero della Salute il 20 aprile 2022;
• l’assegnazione di ulteriori 2.700 borse di studio per i medici di base per il triennio 2022-2025, per la quale lo scorso 22 settembre il Ministro della Salute ha adottato il decreto, al momento in corso di registrazione, per l’allocazione delle risorse alle singole Regioni e PPAA.

Prossimi traguardi e obiettivi
Dal 2023, conclusa la fase della Missione 6 Salute relativa alle principali procedure pubbliche, si passerà a quella di realizzazione degli investimenti e delle riforme.
A questo proposito, è bene evidenziare quali sono le priorità e le indicazioni per declinare al meglio il disegno della nuova assistenza sanitaria italiana, per far sì che quanto descritto in obiettivi e traguardi si concretizzi in vero cambiamento, misurato agli altrettanti mutamenti di contesto e strutturali che inevitabilmente si presentano nel tempo.
Così, mentre pensiamo a costruire i presidi di prossimità, abbiamo il dovere di fare fronte alla carenza di personale, definendo con una programmazione razionale e lungimirante il reale fabbisogno delle figure necessarie.
Professionisti da formare e aggiornare con la migliore offerta specialistica per rispondere alle esigenze di una medicina sempre più personalizzata, innovativa, digitale e multi-disciplinare.
Va rafforzato il ruolo delle cure primarie, incentivando la sinergia tra l’attività dei medici di medicina generale e quella dei medici specialisti, entrambi collegati ad iniziative definite dal distretto della salute. E al contempo rafforzare la rete territoriale con apparecchiature sanitarie e diagnostiche, al fine di orientare i flussi dei ricoveri in funzione della tipologia, della complessità, dell’intensità e delle soglie massime gestibili dai singoli centri ospedalieri e di conseguenza ridurre i tempi delle liste d’attesa.
Non per ultimo, far conoscere ed informare: solo un’adeguata comunicazione, che accompagni l’implementazione della nuova rete sanitaria e la renda un luogo fisico facilmente riconoscibile, consentirà l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale, con il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate e il fine ultimo di una sanità più pronta e vicina.