In particolare il mio ricordo va al signor Silvestro un terlizzese che nel dopoguerra era emigrato in Belgio ed aveva duramente lavorato per anni insieme ad altri connazionali in quelle maledette miniere.
Ho avuto modo di conoscere Silvestro in farmacia perché anche lui era malato di silicosi, ricordava con gli occhi lucidi quegli anni e piangeva quando mi diceva che TUTTI i suoi amici di ventura, che con lui avevano cercato fortuna in miniera in Belgio, erano morti di tumore ai polmoni.
Solo lui sopravviveva, afflitto dalla stessa malattia, anche lui se ne è andato, in silenzio. Era forte, quasi si sentiva in colpa per essere vissuto così a lungo seppellendo ad uno ad uno i suoi amici, ha superato i 90 anni alla fine ha ceduto anche lui alla invincibile malattia.
Nessuno ricorda loro, nessuna causa di lavoro, nessun indennizzo, hanno contribuito in silenzio e con la vita a rendere grandi i paesi che gli ospitavano.
Pensare che oggi qualcuno paragoni i nostri emigrati alle orde di baldanzosi giovani con i phone e scarpe all’ultima moda, ospitati in strutture a 4 stelle, contribuisce ad ammazzarli due volte.
Io la penso così