Governo: Nel contratto scomparsa la parola Sud

Le speranze per il Sud tradite dal contratto di Luigi Di Maio e Matteo Salvini: nell’elaborato è scomparsa la parola “Sud”, a dispetto dei proclami a cui i cittadini meridionali hanno assistito in campagna elettorale e a cui hanno dato fiducia col voto, portando tanto al M5S quanto alla Lega i numeri che li hanno poi condotti ad occuparsi dei temi caldi del Paese. Bene ha fatto dunque Giorgia Meloni a sollecitare più attenzione e a sostenere che lo sviluppo del meridione non può e non deve passare solo attraverso i 17 miliardi di euro che si vogliono investire per il reddito di cittadinanza. Il 14 ottobre scorso in Puglia, con gli altri dirigenti di Fratelli d’Italia da sempre attenti alle tematiche meridionali, abbiamo organizzato il dibattito “Visto da Sud” -sottoposto poi all’attenzione del presidente nazionale Giorgia Meloni ed inserito nel programma elettorale di Fratelli d’Italia-, nel quale abbiamo rilanciato il nuovo patto per l’Italia: unità e sovranità nazionale; universalità dei diritti in tema di Sanità, Infrastrutture, Trasporti (abbiamo la realtà ferroviaria del binario unico che rende affannosi i collegamenti per tratte anche di breve percorrenza), Welfare, Istruzione e Lavoro (chi nasce al Sud deve avere gli stessi diritti di chi nasce al #Nord), e abbiamo proposto una nuova stagione culturale chiamata “Operazione Bellezza”, mirante alla valorizzazione dell’impareggiabile patrimonio storico e culturale delle regioni del Sud. L’Italia da anni attende riforme per tornare a funzionare come Nazione; i confini nazionali includeranno sempre un Sud e un Nord ma, ad oggi, nel documento di chi si candida a governare il Paese, non si trova alcuna proposta che ponga fine all’annosa questione meridionale che, anche col trascorrere del tempo e con il cambiamento dell’assetto sociale, economico e culturale italiano, assume sempre più i contorni di una criticità ingestibile.