Ho chiesto al Ministro della salute, nel corso dell’audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero, di aprire un puntuale e serio dibattito volto a verificare l’effettiva funzionalità del meccanismo della distribuzione diretta del farmaco per il tramite delle strutture sanitarie pubbliche.

 

Ho evidenziato al ministro i danni che questo meccanismo comporta non solo ai cittadini ma anche alle casse dello Stato.

Appare evidente che l’azione della pubblica amministrazione in questo specifico settore sia fortemente compromessa in termini di efficacia, efficienza ed economicità.

Il presunto vantaggio economico derivante dal minor costo a carico del bilancio dello Stato per l’approvvigionamento e per la distribuzione del farmaco agli assistiti per il tramite di ospedali e ASL si traduce, troppo spesso, in un costo improprio posto a carico dei cittadini sia sotto il profilo sociale che sotto il profilo economico e sanitario, e in un costo esorbitante per il bilancio dello Stato.

Per consentire il funzionamento della distribuzione diretta, la pubblica amministrazione sostiene da anni rilevanti costi sommersi: sono oneri relativi alla gestione delle gare e del magazzino, ai farmaci scaduti, ai continui furti milionari di medicinali, al personale dedicato nonché costi fissi di varia natura e oneri dovuti agli sprechi dei farmaci causati da dispensazioni eccessive rispetto alle effettive necessità.

I malati e i loro familiari, invece, lamentano, da anni, notevoli disagi e costi eccessivi per poter venire in possesso dei medicinali. Molti, infatti, sono costretti ad affrontare lunghe file nonché gravosi e onerosi spostamenti per ottenere medicinali che potrebbero più facilmente ritirare in una farmacia poco distante dalla propria abitazione e a costi più limitati.

Sotto il profilo sanitario, invece, l’impossibilità da parte delle strutture pubbliche di seguire adeguatamente i pazienti nel corso delle loro terapie farmacologiche determina, tra le tante, problematiche di compliance che causano l’aggravamento della patologia, la necessità di costosi ricoveri e cure più invasive e onerose rispetto all’assunzione di farmaci. Tutto ciò provoca evidentemente aumenti di costi a carico dei pazienti ma soprattutto dello Stato.

Sono certo che il Ministro della salute converrà sulla necessità di porre in essere iniziative di propria competenza volte ad analizzare costi e benefici del meccanismo della distribuzione diretta del farmaco al fine di migliorare non solo l’azione complessiva della pubblica amministrazione nel settore sanitario ma anche e soprattutto l’investimento delle relative risorse tendendo a minimizzare sempre di più gli sprechi