Massimo Cassano, l’ex di quasi tutto l’arco costituzionale italiano, si può dire abbia preso l’aria della masseria di Michele Emiliano e l’abbia trasformata, negli ultimi anni, in posti di lavoro.

 

Il dg dell’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro (Arpal), a capo di un partito regionale a doppia membrana, non ha mai disdegnato la commistione dei ruoli e si è di fatto trasformato nel più grande ed efficiente ufficio di collocamento, elargendo posti di lavoro in cambio di pacchetti di voto e/o acquisizione di amministratori disposti a cambiare casacca all’occorrenza.

 

Tutto ciò in un contesto che ben si presta all’opera, essendo il mandato di Emiliano famoso e noto per spostamenti di pedine politiche e campagne acquisti con elargizione di prebende, incarichi, poltrone, poltroncine, sedie rotanti, sedioline e, addirittura, sedie invisibili.

 

In un Paese normale, queste pratiche avrebbero un nome e conseguenze mediatiche; se invece fosse stato un esponente di centrodestra ad esserne avvezzo, a quest’ora probabilmente staremmo parlando di scandalo, scempio, delinquenza. Da pochi giorni qualche quotidiano locale, per fortuna, ha aperto gli occhi e fatto luce sulla transumanza verso il partito di Cassano ed incrociato i dati con alcune assunzioni riconducibili a parenti e amici di.

Non voglio entrare nel merito di vicende che accadono in realtà lontane da me e dal partito che mi onoro di rappresentare, ma ritengo che chi macchia la nobile Politica di simile vilipendio, va rimosso immediatamente da qualsiasi incarico. Per questo confido in un sussulto di dignità ANCHE da parte del centrosinistra e che si proceda a sfiduciare -come chiesto dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia- il presidente Michele Emiliano e a rimuovere Massimo Cassano dal ruolo che ricopre.