I dati pugliesi ci raccontano che il Coronavirus è ad uno stadio ben diverso da quello narrato dal presidente Michele Emiliano: in Puglia il tasso di mortalità, confrontato con quello delle altre regioni del sud Italia e delle isole, risulta più alto. Infatti, dati alla mano, il tasso di mortalità grezza è di un pugliese per ogni 10.000 abitanti, mentre il tasso di mortalità specifica è di 10.23 decessi per ogni 100 casi positivi. È evidente che, in vista della Fase2 e dell’imminente esodo verso la Puglia, la guardia non va abbassata: faccio appello al presidente Michele Emiliano affinché disponga un piano di controllo più serrato ed efficace rispetto al metodo dell’autodenuncia, e che cambi posizione sul tamponamento come metodo preventivo. In una delle ultime dirette il governatore pugliese ha infatti dichiarato che “i tamponi non servono a niente dal punto di vista preventivo perché esistono i falsi negativi”; in parte vero ma in questo momento il tamponamento è l’unica strada percorribile per il monitoraggio della diffusione del virus, soprattutto per quelle categorie professionali maggiormente esposte al contagio, vale a dire il personale medico sanitario e le forze dell’ordine. Importante sarebbe anche -al netto delle perplessità espresse nelle scorse settimane circa la validità del risultato del test sierologico sulla popolazione- che la Puglia si prepari alla ripartenza attrezzandosi per la fornitura dei kit per effettuare esami per fasce di età, settori ed aree, che consentirebbero di mappare il virus e definire chi ha già sviluppato gli anticorpi.