Condivido pienamente le parole di Giorgia Meloni che, nel corso della trasmissione “Omnibus” su La7, ha espresso la speranza di un’ampia coalizione di centrodestra che, ahinoi, oggi incorre in un grande problema: non di sigle, non di nomi e simboli, ma di contenuti. «Partiti che erano nella coalizione di centrodestra -ha detto Giorgia Meloni- oggi sostengono un governo di sinistra mentre Fratelli d’Italia è l’unico movimento rimasto saldamente a difendere quelle idee. Se gli altri vorranno redimersi, se ricominceranno a occuparsi dei problemi degli italiani e se terranno fede agli impegni presi con gli elettori noi saremmo disponibili a fare una coalizione, sennò vedremo.

Certo ci sono anche altre condizioni: la celebrazione delle primarie che per primi abbiamo proposto e di cui oggi parlano anche Alfano e la Lega e il “no” ai governi di larghe intese, di inciucio con la sinistra. Nuovo centrodestra? Sono molto tardivi. Alfano è stato segretario del Pdl per anni e aveva la possibilità di evitare quanto accaduto. Doveva tenere il punto quando si trattava di difendere il futuro del centrodestra e stabilire che al di là del consenso straordinario di Berlusconi, serviva un partito organizzato. Invece lo ha fatto e ha tirato fuori gli artigli per difendere un governo di centrosinistra e questa scelta sembra essere molto legata al posizionamento personale. Con lealtà ho posto alcune questioni all’interno del Pdl. Poi ho scelto di andarmene. Se mi avessero dato un po’ retta invece di guardarmi dall’alto in basso non ci troveremmo nella condizione in cui ci siamo oggi».

La preoccupazione sta anche nel fatto che in questo momento di passaggio storico-politico dalla Seconda alla Terza Repubblica, la prima si stia chiudendo con un “ritorno al pentapartito, a una grande riedizione della Balena Bianca” (Cit. Giorgia Meloni) e questo potrebbe essere pericoloso.

«Non sono mai stata di centro ma sono una persona orgogliosamente di destra e credo nel bipolarismo nel senso puro del termine -ha concluso-. Sicuramente in Italia questo è stato imperfetto, muscolare, ma la cultura dell’alternanza ci ha rafforzato. Futuro del Pd? L’idea è che la sinistra sia un po’ schiacciata. Ormai all’interno lo scontro è tra democristiani. Renzi e Letta sono due uomini che non vengono dalla storia del partito comunista, quindi dalla sinistra Pd».